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7 maggio
Chiaroscuro
Testo: Marco Picerno

 
© RaceEmotion
 
La leggenda è un'entità arcana, impercettibile e inviolabile, plasmata dall'incontro di forze motrici dell'esistenza inesorabilmente contrapposte: amore e odio, commedia e tragedia, trionfo e sconfitta. Come imponenti pianeti gravitanti costantemente intorno alle orbite umane, governano le vite di ognuno di noi emettendo verdetti il più delle volte ordinari, inadeguati al cospetto della Storia.


Ci sono vite, invece, nelle quali il precario equilibrio con cui queste forze si confrontano innesca miscele esplosive, stra-ordinarie, in grado di propagare la propria onda d'urto senza freni nello spazio, e soprattutto nel tempo, finendo per accarezzare con la loro aura magica anche le generazioni successive.


Roma, Stato Pontificio, luglio 1599. L'artista contempla la Cappella Contarelli all'interno della chiesa di San Luigi dei Francesi, ardendo di tensione ed entusiasmo per il primo, prestigioso incarico pubblico che potrebbe garantire la svolta di una carriera solo agli albori, e di una vita troppo vulnerabile a vizi di ogni sorta.


Corte, Corsica, 2 maggio 1986. Il pilota osserva la strada tortuosa che si appresta ad aggredire, vibrante di adrenalina e di sintomi febbrili che non gli hanno impedito, sino a quel momento, di dominare una delle gare più ostiche al mondo. Una vittoria nell'Île de Beauté rappresenterebbe lo snodo cruciale di un Mondiale dai contorni apparentemente cuciti sul suo coraggio e sul suo talento.
 
Directmedia
 
Il pennello nelle mani di Caravaggio danza sulla tela con rapidità e leggerezza, in un virtuosismo da fuoriclasse della pittura logorato da tormenti interiori, dei quali quello scuro profondo che permea vaste porzioni della scena pare ergersi a drammatica dimostrazione. Uno dopo l'altro, sgomitando dal buio, gli elementi dell'opera prendono forma: un banco, un libro dei conti, un calamaio, un uomo che si appresta a ricevere la chiamata divina. Tutto funzionale a rappresentare un episodio evangelico, la Vocazione di San Matteo, e a rispettare l'esigente committenza ecclesiastica.


La Lancia Delta S4 solca rabbiosa le strette stradine del cuore più aspro e selvaggio dell'isola di Napoleone, tra le cui valli boscose e le ripide pareti di roccia risuona, feroce, il turbocompressore KKK della Casa torinese. Curva dopo curva, Henri Toivonen e Sergio Cresto dipingono quello che promette di essere il quadro più incredibile da loro mai realizzato, spinti da una frenesia incontrollata di sconfiggere anche il Tempo, avendo ormai relegato i primi inseguitori a distacchi abissali. Poi arriva un lento cambio di direzione a sinistra, uguale ad una miriade di altre pieghe già affrontate nel rally delle diecimila curve. E poi il buio, nero e profondo come il tratto di un pittore afflitto nel profondo del suo cuore.


Ma nelle opere di Michelangelo Merisi regna anche la luce, catapultata nei dipinti da eteree finestre per concedere forza espressiva alla narrazione e ai protagonisti. Il risultato sono drammatici e criptici chiaroscuri che, combinando poli opposti ma in realtà complementari, forgiano immagini che resteranno immortali.


E anche in quella curva disegnata dall'uomo e dalla natura in una campagna sperduta, di un'isola meravigliosa e terribile nel mezzo del Mar Tirreno, un faro ha squarciato la cortina impenetrabile delle ombre, ristabilendo malinconicamente l'equilibrio cromatico della rappresentazione. Un bagliore che aveva i chiari contorni della leggenda.


Per Henri, Sergio, Attilio, Craig, e per tutti coloro che non saranno mai dimenticati.
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