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29 luglio
Addio a Piero Comanducci, poeta dei rally
Testo: Germano Gritti

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Dici Piero Comanducci e pensi ai rally. E' sempre stato così.

'Ufficialmente' gestiva l'Hotel Continentale di Arezzo ma, quando serviva, si strappava la camicia di dosso e sotto appariva... una pettorina da cameraman.

Piero é stato un poeta dei rally, e le sue immagini erano realizzate con l'occhio del professionista e il cuore dell'appassionato. Immagini che, più che urla di incitamento, suscitano pelle d'oca in chi le guarda, qualunque età abbia. Non è un caso.

Difficilmente vedrete le sue inquadrature 'indugiare' su un marchio, uno sponsor, mentre l'auto si avvicina a gran velocità. No. Piuttosto, su un ricciolo di polvere che si solleva mentre la 037 Martini guidata dal suo grande amico Markku Alen si allontana; o su uno spettatore che balla la tarantella dopo un passaggio 'da pelo' del Miki nazionale. Possibilmente lungo le leggendarie prove del 'Sanremo' Mondiale, quello che lui ha contribuito a portare in Toscana.

E allora via, dall'Alpe di Poti (praticamente casa sua) al salto di Nerbisci, a Riparbella, a Chiusdino, magari sotto la pioggia, con quell'accidenti di Audi rossa che, se ci eri seduto dentro con lui, andava tutto bene. Ma se eri su un'altra auto e dovevi stargli dietro per andare da una prova all'altra, erano tutti cavoli tuoi.

L'ultima volta che ho rivisto quell'Audi, in un garage di fianco a casa di Piero, era parcheggiata in un angolino, sola soletta, e sembrava quasi più piccina rispetto a quegli anni. Un po' come lui.

Ma se la guardavi con attenzione, capivi subito che era nata per i rally. Proprio come lui.

Nella sua vita Piero ha fatto tante cose e ricoperto molti incarichi, ma il suo cuore è sempre stato indissolubilmente legato al nostro meraviglioso sport. E se c'era in giro Alen, state sicuri che da qualche parte spuntava anche lui.

L'immagine è stata scattata durante una nostra intervista al campione finlandese, durante il Motor Show 2011. Siamo andati a prendere Markku nel paddock per portarlo in una saletta che non fosse troppo rumorosa, e lui, vedendo l'amico che si aggirava tra le assistenze, gli urla: "Piero! Tu viene con noi!".

Dici Piero Comanducci e pensi ai rally. Sarà sempre così.

Ciao Piero, un abbraccio grande a te e ai tuoi cari, da tutti noi.

Germano Gritti
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