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WRC / 24 febbraio
Gare in diretta e le novità sul futuro del WRC secondo il Promoter della serie
Testo: Anna Canata

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La grande rivoluzione del WRC 2018 riguarda il nuovo prodotto digitale WRC All Live fornito dal Promoter del Campionato, che prevede una diretta web per tutta la durata della gara, con collegamento da tutte le prove speciali e dal service park. Una bella sfida, non c'è che dire. E pare che gli appassionati ne siano già entusiasti. Di questo e dei futuri sviluppi del WRC abbiamo parlato al Rally di Svezia con Oliver Ciesla, Managing Director di WRC Promoter, in una lunga chiacchierata il cui contenuto integrale sarà riportato sul prossimo numero di Rally Emotion Visuals.

Iniziamo dalla vera novità: WRC All live, una sfida tecnologica quasi al limite dell'impossibile per coprire le gare del Mondiale Rally, complesse e "remote" per definizione. Ci racconti come è andata?

"Eravamo un po' nervosi perché abbiamo certamente corso un certo rischio: si trattava di un'operazione difficile e anche costosa. Non sapevamo fino a che livello i fans avrebbero ben recepito la novità e l'aumento del prezzo del servizio (8,99 Euro mese o 89,99 Euro/anno nda), che era obbligato per sostenere lo sforzo della produzione. In più, sin dal 2014 avevamo WRC + con una buona copertura live dei momenti più importanti della gara. Quindi aumentare in modo così potente l'offerta poteva anche essere visto come non necessario, perché non sapevamo quanti erano effettivamente disponibili ad usufruire di questo ulteriore servizio, tenuto conto dei ritmi di lavoro, studio, famiglia, etc... D'altro lato secondo noi la possibilità per un tifoso di entrare nel rally in qualunque momento voglia e dovunque sia, seguendo la gara in svolgimento, cambiava il concetto di libertà e sarebbe stata vincente. Non importa se quando entri non stai vedendo la prova decisiva, ma conta che in qualsiasi momento tu voglia, puoi essere dentro la gara, con noi. E questo è stato in effetti realmente apprezzato. La risposta è stata positiva sia riguardo al feedback sul servizio, sia riguardo al numero delle adesioni, ben più alto di quanto ci aspettavamo. Un andamento che ci dà la speranza di poter continuare l'offerta di questo prodotto in futuro."

Quali sono state le maggiori problematicità incontrate nel realizzare il servizio?"

"Due aspetti in particolare. Durante la gara noi abbiamo bisogno del segnale delle vetture. E' impossibile avere a disposizione per tre giorni di gara a tempo pieno un elicottero, per i costi proibitivi. Quindi abbiamo bisogno di telecamere fisse e di telecamere onboard. Se ti affidi solo all'onboard e per qualche motivo cade il segnale non trasmetti niente e quindi devi organizzare un backup live, come ad esempio le mappe attive o un commento in diretta che fornisca commenti e informazioni ai fans. Una cosa è gestire questo impegno nella Power Stage per novanta minuti. Ben altra operazione è assicurare le persone e la tecnica di trasporto segnali per fornire la copertura per venticinque o trenta ore, in mobilità. Ci vuole molta più gente che parla, e più sistemi di backup per garantire la continuità del segnale. L'altra questione spinosa era cosa fare mentre le vetture sono in trasferimento, per assicurare un intrattenimento interessante a chi è collegato. Così abbiamo creato uno studio, dove è sempre presente qualche ospite che conosce lo sport e ne sa parlare in modo coinvolgente."

Avete azzardato il debutto in una gara difficile come il Montecarlo. Non sarà certo stato indolore…

"Appena partito il collegamento il giovedì sera uno degli elementi che trasportano il segnale dall'onboard al centro di trasmissione è caduto e si è rotto qualcosa. Come backup abbiamo una seconda antenna e, per la prima volta in cinque anni, si è rotta pure quella. Così nella prima tappa il servizio non funzionava bene e l'unico live che abbiamo potuto offrire erano le mappe, che non erano certo il tipo di lancio che auspicavamo. Ma venerdì mattina avevamo risolto tutto e siamo andati bene per il resto del weekend. Ed è andato altrettanto bene il riscontro dello studio, che ha cercato di trasmettere le emozioni dal service park."
 
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Per il futuro, questo prodotto vuole costituire un'alternativa alla copertura media tradizionale che non considerate soddisfacente, o resterà un servizio complementare?

"Complementare è la risposta giusta. Lo sviluppo della visibilità del Campionato in TV è positivo. I programmi che offriamo alle reti televisive sono molto aumentati, dalle 40 ore/anno di due anni fa, arriviamo alle 300 ore di questa stagione."

La copertura live degli eventi implicherà cambiamenti nel format delle gare - più corte o più compatte - per renderle più idonee alle nuove esigenze?

"Direi di no. Quello che abbiamo cercato di fare negli anni scorsi, perché ritenevamo avesse un impatto positivo, era creare una regolarità riguardo ad esempio alla Power Stage, che doveva iniziare sempre alla stessa ora. Questo implica che per un programma di 90 minuti, per mostrare 15 macchine, la prova non può essere di 40 chilometri. In questo senso è vero, c'è stato un impatto sul format di gara. Ora però con una copertura globale possiamo seguire la gara così come è e ci adattiamo noi al format. La lunghezza del rally o la lunghezza delle prove non ha più rilevanza per noi. Con questa nuova tecnica siamo molto più flessibili per poter coprire qualsiasi tipo di gara. Ma abbiamo riscontrato un altro fatto. Più le prove sono lunghe - e quindi meno ce ne sono nel percorso - e meno interessante è la gara perché ci sono meno storie da raccontare e molte meno opportunità di interazione con gli appassionati. I rally con più prove, ma più corte, sono molto più interessanti per i tifosi, che altrimenti sono portati a cambiare programma o a fare altro. E questo è il mio principale obiettivo: avere una frequenza di notizie il più alta possibile per far sì che gli appassionati si divertano e continuino a seguire il rally. Le prove di 80 chilometri non interessano a nessuno. Tuttavia se, come in Messico o in Argentina, sono previste nella prima fase di gara non abbiamo nessun problema, ma più ci si avvicina al momento decisivo e più l'azione deve essere serrata. In sostanza non vogliamo uniformare gli eventi, ci piace che venga preservata l'unicità di ogni gara, ma evitando le prove lunghe sul finale".
 
WRC.com
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Si affacciano diverse nuove candidature per l'ingresso nel Campionato, come di recente il Rally del Canada. Ci puoi descrivere quali sono i criteri per cui considerate interessante far entrare una nuova gara in calendario e cosa fa prediligere un rally rispetto ad un altro?

"Sarebbe un elenco molto lungo, ma va fatta innanzitutto una premessa. Molti paesi vedono nel WRC una piattaforma interessante per mostrarsi ad un pubblico internazionale come destinazione turistica attraente. In più c'è l'indotto degli spettatori, che spendono soldi nella località di gara per alberghi, pasti, auto a noleggio, etc... Questa voce di entrata è stimata da 15 a 70 milioni di Euro a seconda dei paesi. Il risultato è un pacchetto multimilionario di cui un paese ospitante beneficia. Dall'altro lato ci sono i costi dell'organizzazione di una gara complessa. Ma ci sono tanti paesi che hanno a disposizione il budget per questo tipo di evento in considerazione del beneficio che possono trarne.

Ora veniamo a ciò che interessa a noi. Noi vogliamo crescere fuori dall'Europa. Questa è la strategia coordinata con la FIA. Tradizionalmente il WRC è molto concentrato in Europa mentre c'è una grande domanda in altri continenti ed è lì che vogliamo portarlo. Ecco che essere un paese al di fuori dell'Europa è un requisito che ci piace. Poi abbiamo bisogno di un fondo interessante. Non ci serve un'altra gara su asfalto, ma ci serve una storia nuova, una sfida sportiva diversa, un altro contesto come il ghiaccio in Canada, il Safari in Kenya, la muraglia cinese (e passi anche se è asfalto, in via eccezionale). Stiamo parlando con il Cile, per attraversare foreste da 0 a 2.000 mt.di altitudine.

Quindi cerchiamo delle sfide sportive ma anche delle ambientazioni inconsuete che portino nuove esperienze agli appassionati. Un altro aspetto è lo standing organizzativo, che deve essere all'altezza di una competizione mondiale. Tutti questi requisiti devono essere rispettati. Altrettanto importante è il peso del mercato automobilistico per i costruttori, ma lì possiamo accettare un compromesso, mentre sulla sicurezza no. La filosofia del calendario del WRC consiste in una combinazione di fattori: c'è bisogno di avere gare in grandi paesi dove si può raggiungere tanto pubblico, come Germania, Regno Unito, Italia, Francia, Spagna, i cinque mercati top in Europa, per arrivare vicinissimi ai clienti dei costruttori di auto. Le altre gare ci devono portare qualcosa di particolare. Se io faccio una gara su ghiaccio non posso aspettarmi un milione di persone perché si corre troppo lontani dalla gente, ma aggiunge al calendario un altro tipo di valore, che altre gare non hanno. Quindi l'obiettivo è creare tante storie diverse durante l'anno, pur contemplando i mercati target per i costruttori."


Questo significa che si andrà anche verso un maggior numero di gare o lo standard attuale è giusto?

"L'intenzione è quella di crescere, perché aumentare le gare vuol dire aumentare automaticamente l'audience e il pubblico raggiunto. I limiti che abbiamo riguardano la logistica e i costi della logistica. La visione di medio termine, ma senza una data precisa perché dipende dai budget di tutti, potrebbe essere di 16 gare, di cui 8 in Europa e 8 fuori Europa. Ma intanto siamo contenti che ogni anno ci siano nuovi paesi che chiedono di entrare, perché questo è un bel complimento al nostro sviluppo."

La Cina è ancora un discorso aperto?

"Quella gara era un obiettivo molto importante ma non sono riuscito a portare a casa il risultato che volevo, purtroppo. L'importanza rimane - per costruttori e sponsor attuali e potenziali - e quindi il lavoro in quella direzione sta continuando. E' difficile ma resta una priorità".

Ha parlato delle implicazioni della logistica. A questo proposito, riguardo al Rally di Svezia, siete soddisfatti della nuova location spostata più a Nord, benché comporti maggiori difficoltà dal punto di vista ricettivo e trasferimenti molto più lunghi per i concorrenti e i media?

"Siamo sempre contenti quando un organizzatore si prende il rischio di fare spostamenti e cambiamenti senza ripetere lo stesso percorso per vent'anni. Quindi non possiamo che apprezzare questo sforzo, sia per l'impegno organizzativo che per la nuova sfida sportiva. In più abbiamo trovato riscontro ad un altro requisito importante, che è disputare l'ultima prova a breve distanza dal Service Park. Questi sono tutti elementi positivi.

In particolare in una gara come questa, distante dalle grandi città, siamo pronti ad accettare qualche compromesso alla logistica, perché è necessario. Non siamo in uno stadio, la complessità della gara è più grande. Se vogliamo la neve e i connotati di sport estremo qualche sacrificio va accettato. Quindi siamo molto contenti della soluzione che è stata trovata qui, in particolare con le belle condizioni di innevamento di questa edizione."
Link:
Il nuovo servizio WRC All Live - Possibile Free Trial
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